Diego Pavia, ma tutti lo conoscono con il soprannome di “El Gringo”
Ama definirsi un appassionato di Tango che mette a disposizione di chi lo desidera la sua esperienza maturata negli ultimi otto anni di insegnamento.
Si avvicina al Tango dieci anni fa e muove i primi passi con Carlo Margiocchi di Torino e prosegue gli studi partecipando a stage con maestri italiani ed argentini.
Predilige lo stile del ballo nella forma aperta, ma il milonghero e il canyengue sono parte del suo bagaglio di insegnamento che, nel tango “nuevo” danno libero sfogo al suo spirito interpretativo che esprime nelle esibizioni nei teatri e in strada.
La passione verso il tango lo vede anche come organizzatore di Milonghe e feste per tutti gli appassionati.
Musicalizza le sue serate ed è sempre alla ricerca di nuovi spunti che diano al Tango la maggior visibilità possibile. Negli ultimi anni si è specializzato nella “Tango Terapia” una tecnica che permette oltre che ad imparare a ballare ad aumentare le proprie capacità per utilizzare i movimenti del corpo con maggiore sicurezza e dinamicità.
“PERCHE’ IL TANGO ARGENTINO…?”
Il tango è un ballo di coppia, è una danza che ci avvicina all’altro,
a un nostro simile che è pronto a condividere con noi un abbraccio,
strumento indispensabile come lo è la musica che unisce,
ci da il ritmo e fa muovere il corpo in mutamenti singolari.
Due corpi uniti dalla musica, la scena artefice di questo incontro che svanisce la sua realtà al contatto fisico per assumere una intimità che è propria di ogni uomo e donna che balla tango e che si consuma nel tempo di una tanda.
Ballare il tango non vuol dire solo danzare, ma parlare una nuova lingua senza le parole, uno scambio di emozioni e sensazioni che i corpi esprimono con i movimenti creati dal linguaggio musicale vocabolario di questo lessico.
E’ difficile forse da comprendere questo, ma provate ad andare una volta in una Milonga, il luogo dove si balla il tango, che è fatto di musica e persone.
Il resto è atmosfera, non ha importanza se è un dancing o il dehor di un bar, la piazzetta del caruggio o il parquet di una palestra, il salone di casa di un amico o il palco di un teatro.
Vi stupirete, e se andandovene incomincerete a farvi delle domande del tipo; come sarebbe bello saper ballare così.. o.. riuscirò mai ad imparare?
probabilmente sarete stati infettati dal virus Tanghero.
Non preoccupatevi, non è grave, e non ha effetti collaterali,
anzi potrebbe essere l’inizio di una nuova storia d’amore….perchè,
come disse un vecchio milonghero “Il tango può essere una storia d’amore che dura una tanda”.
“El Gringo”